
LE RAGIONI DELL’OPERA
Il Molo ottavo del Porto di Trieste consiste nella realizzazione di un nuovo terminal e di una serie di infrastrutture a supporto per rispondere a una crescente domanda di trasporto intermodale e di approdo di navi porta container di grandi dimensioni.
Il terminal sarà composto da: una banchina lunga 422 m, sei binari da 300 m, nuovi piazzali operativi dotati di attrezzature all’avanguardia e tecnologie di ultima generazione con un sistema completo di gru portuali elettriche, sistemi di gestione integrata tramite software TOS e controllo accessi digitali.

Il porto di Trieste: uno snodo logistico europeo
Negli ultimi decenni il Porto di Trieste si è trasformato da realtà regionale a snodo logistico europeo. Questa trasformazione è stata resa possibile dai fondali profondi, dalla forte intermodalità ferroviaria e dal regime di Porto Franco, che consente l’ingresso, la trasformazione e la riesportazione delle merci senza dazi immediati.
Inoltre, a partire dal 2015 sono stati effettuati importanti investimenti in infrastrutture e tecnologie.
Nel periodo 2015-2024 il Porto ha registrato una crescita media annua del 5% nei volumi movimentati. Particolarmente rilevanti sono stati, grazie soprattutto alle linee “Autostrada del Mare” verso la Turchia”, lo sviluppo del trasporto Ro-Ro (Roll on/Roll off), che riguarda il movimento via nave di mezzi su gomma come semirimorchi e casse mobili, e la crescita del traffico container che ha superato gli 840.000 TEU nel 2024.
Questa crescita è stata favorita anche dal rafforzamento della rete ferroviaria locale, con il raddoppio dei treni merci tra il 2015 e il 2024 e il completamento di nuovi raccordi che collegano direttamente il porto ai corridoi TEN-T Mediterraneo e Baltico-Adriatico.
La capacità di far confluire i flussi su rotaia, anziché su gomma, ha contribuito inoltre a ridurre i costi esterni e le emissioni complessive: ogni tonnellata-chilometro trasportata su treno genera in media circa il 70% in meno di emissioni di CO₂ rispetto al trasporto stradale e riduce i costi esterni (incidenti, congestione, inquinamento urbano) di circa 50%. Tutto questo ha rafforzato il ruolo di Trieste come hub internazionale e multimodale, competitivo e sostenibile.
Con l’aumento del traffico, tuttavia, le infrastrutture esistenti del sistema portuale sono sotto una crescente pressione e operano in regime di saturazione. Le banchine, le aree retroportuali e ferroviarie non bastano più a gestire i volumi.
I flussi da Austria, Italia, Ungheria, Slovacchia, Repubblica Ceca e Germania sono in aumento e i tempi di attesa per le navi crescono, con uno spazio di stoccaggio insufficiente.

Pertanto, la realizzazione del Terminal risponde alla necessità di garantirsi un piano di sviluppo basato su quattro assi:
- l’ampliamento della capacità di movimentazione lato banchina;
- l’estensione delle superfici destinate allo stoccaggio e alla gestione delle merci;
- il potenziamento dell’efficienza operativa della componente ferroviaria;
- l’ottimizzazione della capacità di deflusso ai gate di accesso per il traffico stradale pesante.
Questi quattro assi potranno pertanto rendere il porto di Trieste più veloce, più affidabile e più competitivo, per rispondere a una domanda crescente di servizi portuali efficienti e intermodali, al pari di altri scali europei.
La nuova banchina e il piazzale operativo consentiranno l’attracco di grandi navi portacontenitori di ultima generazione e garantire un funzionamento continuo, tracciabile e trasparente, anche nei periodi di maggiore traffico.
Il parco ferroviario intermodale dovrà facilitare l’inoltro rapido delle merci su ferrovia, con l’obiettivo di trasferire una quota crescente di traffico dalla strada alla rotaia, contribuendo così alla riduzione delle esternalità ambientali e infrastrutturali del trasporto stradale.
Un ulteriore obiettivo è garantire tempi di transito certi, costi competitivi e qualità del servizio affidabile per i trasportatori, riducendo le inefficienze che oggi limitano il potenziale del sistema. L’efficienza operativa è una condizione essenziale per attrarre nuovi investimenti e consolidare le connessioni logistiche strategiche del territorio.
Attraverso l’aumento della capacità operativa e l’introduzione di tecnologie moderne, la realizzazione del terminal mira quindi a promuovere una crescita equilibrata, con benefici economici e ambientali, ottenendo un significativo abbassamento dell’impatto ambientale e del costo economico del trasporto merci.
Infatti, le nuove infrastrutture favoriranno una rilevante riduzione dell’emissione di CO2 e la decarbonizzazione del Porto di Trieste grazie all’ottimizzazione dei flussi di merci in entrata e uscita e all’automazione dei sistemi di movimentazione delle merci.
Per contro, i rischi per la mancata realizzazione dell’opera incideranno direttamente l’operatività del porto, ormai prossima alla saturazione, con il conseguente rischio di limitare il ruolo strategico del porto e la riduzione dei volumi di traffico. Inoltre, non fare l’opera comporterebbe la rinuncia a una vasta opera di riqualificazione ambientale e urbana, oltre che a significativi benefici economici e occupazionali.